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I tratturi[1] sono dei sentieri di origine preistorica a fondo naturale (erbosi, pietrosi o in terra battuta) creati dal passaggio degli armenti.

Larghi, di norma, 111 metri (60 passi napoletani), i loro percorsi delineano le direttrici principali di un complessa rete viaria, articolata in tratturelli[2], bracci[3] e riposi[4], utilizzata dai pastori per compiere la transumanza ovvero lo spostamento delle greggi verso la Puglia all’inizio della stagione fredda  e  il ritorno verso i pascoli montani dell'Appennino centrale all’inizio della stagione calda.

Le prime testimonianze documentali sull'esistenza dei tratturi risalgono al VI secolo a.C. è sono state rinvenute in un'iscrizione scoperta presso Termoli.

Con il Decreto del 15 giugno 1976 i tratturi del Molise sono stati inseriti nel patrimonio sottoposto a tutela e subordinato a tutte le disposizioni contenute nella Legge 01/06/1939 n°1089 e, dal 01/06/2006, è attiva la candidatura di "La transumanza: i Regi Tratturi" a Patrimonio dell'umanità dell'UNESCO.

Il Regio[5] Tratturo Pescasseroli-Candela, che passa per Pettoranello, con i suoi 211 km è il terzo tratturo per ordine di lunghezza dell'Italia Meridionale. Parte da Pescasseroli (Campomizzo) e, attraversando le provincie dell’Aquila, Isernia, Campobasso, Benevento, Avellino e Foggia, arriva a Candela. Ha una larghezza media di 55,5 metri (30 passi napoletani) e fino ai primi anni ’50 del 1900 era ancora percorso dai pastori transumanti.


 


[1] Il termine tratturo deriva dal verbo latino trahere.
 

[2] Il tratturello è un sentiero minore del tratturo, anch'esso di origine preistorica, veniva utilizzato per lo smistamento del passaggio degli armenti durante la transumanza. La larghezza della sede del tracciato varia tra i 37, 27 e 18 metri.


[3] I bracci sono sentieri secondari con funzione di raccordare i tratturi o i tratturelli.

[4] Il riposo è un'ampia area destinata alla sosta degli armenti.

[5] Classificato come Regio all’inizio del Regno Borbonico.